Roberta Orio
Il lavoro di Roberta Orio nasce dalla necessità di documentare e di indagare l’identità umana.
Le sue fotografie vogliono comprendere i luoghi e gli spazi abitati, in quanto esternazione di chi li vive, e ne colgono i dettagli, le tracce che divengono ritratti della loro anima.
Le sue numerose collaborazioni con istituzioni, pubbliche e private, si inseriscono all’interno di questo percorso sviluppando un linguaggio visivo capace di narrare le singole realtà e il rapporto fra la comunità e l’individualità.
Le sue opere rientrano in prestigiose collezioni private e pubbliche quali: Mufoco Museo di Fotografia Contemporanea, Cinisello Balsamo Milano; Archivio della regione Lombardia; Archivio del Comune di Milano.
Formazione
Roberta Orio nasce a Venezia.
Dal 1988 al 1990 frequenta la Scuola di grafica e design di AG Fronzoni, in via Solferino a Milano, e continuerà poi a seguire il maestro fino alla sua scomparsa nel 2002.
In questo periodo incontra Bruno Munari, Achille Castiglioni, Renzo Piano.
Nel 1988 supera la selezione d’ingresso alla Scuola di fotografia Istituto Bauer, ex Umanitaria, grazie agli studi precedentemente fatti con Roberto Salbitani, dal quale apprende i metodi di stampa dall’Ottocento ai giorni nostri.
Qui conosce la critica Roberta Valtorta, sua docente di Linguaggio fotografico, con la quale instaura un rapporto forte e duraturo e che ancora oggi segue le sue ricerche.
A Milano, dal 1988 al 2000, frequenta gli ambienti più vivaci della fotografia italiana, e stringe rapporti di amicizia e scambio culturale con alcuni dei più importanti fotografi italiani quali: Gabriele Basilico, Vittore Fossati, Martino Marangoni e Alessandra Capodacqua e la scuola di fotografia fiorentina; dialoga con critici quali Giovanna Calvenzi, Angela Madesani, Teresa Macrì.
Matura in questo contesto un proprio linguaggio, che troverà espressione in incarichi pubblici e privati e nell’attività di ricerca.
Nel 2000 conosce Luca Massimo Barbero: con lui entra in contatto con diverse esperienze di artisti e collabora attivamente. Da queste sollecitazioni nasce l’incarico sull’opera di Mauro Staccioli.
Importante è anche la ricerca sul lavoro di Cristiano Bianchin, che fotografa in diverse occasioni.
Negli stessi anni a Venezia stabilisce rapporti di stima e collaborazione con alcune tra le più importanti istituzioni culturali della città, quali la Fondazione Querini Stampalia (Giorgio Busetto direttore e Chiara Bertola curatrice per l’arte contemporanea), la Fondazione Bevilacqua la Masa (direttore Luca Massimo Barbero e poi Angela Vettese).
Esposizioni, Premi, Collaborazioni
Nel 1989 partecipa alla Biennale Internazionale Giovani, Torino fotografia, Torino.
L’anno successivo viene invitata a Follettiva, Centro Domus, Milano, catalogo a cura di Moreno Gentili.
Nel 1993 viene invitata a partecipare a Giovani Oggi, Percorsi lombardi, Palazzo Bagatti Valsecchi, Milano.
L’anno successivo espone nel Padiglione Venezia, Biennale di Venezia la Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia.
Vince la Biennale Giovani Artisti Italiani ed espone il suo lavoro presso l’Istituto di Cultura di Kuala Lumpur, Bangkok e Singapore.
Nel 1995 vince ex aequo il premio nazionale I luoghi della vita del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato.
Partecipa a numerosi progetti fra cui Dixie: dieci autori per Milano, a cura di Moreno Gentili, Palazzo dell’Arengario, Milano; Diari: iniziative di fotografia contemporanea, a cura di Roberta Valtorta, Fondazione Marangoni, Firenze.
Espone la sua ricerca Kult nell’ambito della manifestazione Modena Fotografia, a cura di Walter Guadagnini, Foro Boario, Modena.
Nel 1996 pubblica il lavoro Kult, codice sacro, per il progetto Humana, a cura di Moreno Gentili, ed. Art&; partecipa alla mostra Spazi miei, a cura di Chiara Bertola, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia.
Nel 1997 su incarico del Comune di Venezia, realizza la ricerca Un luogo, testi di Massimo Cacciari e Daniele Del Giudice, mostra alla Fondazione Scientifica Querini Stampalia, Venezia, catalogo Art&.
Espone Kult, codice umano, con un testo di Corrado Levi, alla Galleria Eos, Milano e all’Arena della Vittoria, Bari.
Nel 1998 partecipa alla mostra Pagine di fotografia italiana, a cura di Roberta Valtorta, Galleria del Gottardo, Lugano, catalogo Charta.
Riceve dalle industrie chimiche Caffaro di Torviscosa l’incarico di realizzare un’analisi fotografica su quella particolare realtà industriale: da questo lavoro nascono la mostra e il libro fotografico Vie nuove. Volti e luoghi di Torviscosa.
Nel 1999 vince il Premio nazionale Chimica Aperta del Museo della Scienza e della Tecnica, Milano.
Viene invitata ai progetti: Philip Morris Gallery, a cura di Giovanna Calvenzi, Galleria Giò Marconi, Milano; Tempi Comuni, a cura di Riccardo Caldura, Galleria d’Arte Contemporanea, Mestre-Venezia; Immaginando Tutto, a cura di Chiara Bertola e Aurora Fonda, Galleria d’Arte Contemporanea, Maribor, Slovenia.
Nel 2000 presenta il racconto fotografico Vita in Gondola, a cura di Chiara Romanelli, Palazzo Ducale, Venezia.
Partecipa alla mostra Autoritratti insieme alla critica Teresa Macrì.
Viene, inoltre, invitata da Luca Massimo Barbero, commissario per l’Italia, a presentare il lavoro Identità alla Biennale d’Arte Contemporanea di Seul, Museo Whanki, Seoul.
Espone Kult, codice sacro alla fiera d’arte di Colonia con Artcore Gallery di Toronto.
Realizza le fotografie per il libro In entrata e uscita, Mauro Staccioli, in occasione del Laboratorio Internazionale della giovane scultura, a cura di Luca Massimo Barbero, catalogo Charta.
Partecipa a Uomo oggetto, Pitti immagine, Firenze
Nel 2001 viene invitata da Teresa Macrì a partecipare al Premio Furla per l’Arte, a cura di Chiara Bertola.
Riceve, inoltre, l’incarico per la realizzazione del progetto Idea di Metropoli. Museo della Fotografia Italiana, a cura di Roberta Valtorta, promosso dalla Regione Lombardia, dalla Provincia di Milano e dal Comune di Cinisello Balsamo nell’ambito dei lavori per la creazione di MUFOCO Museo di Fotografia Contemporanea.
Dal 2001 a al 2009 ritrae l’artista Cristiano Bianchin in diverse fasi del suo lavoro.
Nel 2002 viene invitata dalla Fondazione Roma, insieme agli autori Mario Airò, Stefano Arienti, Vanessa Beecroft, Botto e Bruno, a partecipare alla mostra Verso il Futuro. Identità Italiane nell’Arte 1990-2002, a cura di Costantino D’Orazio e Ludovico Pratesi, Museo del Corso, Roma, catalogo Charta.
Nel 2013 documenta la mostra di Maria Grazia Rosin Water Art – Oltre il Paesaggio Mistico, a cura di Simonetta Gorrei, in occasione della 55. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia.
Dal 2004 concentra la propria attività di ricerca artistica sui temi a lei cari delle relazioni fra il corpo e gli spazi della vita, la rappresentazione dell’identità individuale dei soggetti fotografati, così come dell’autrice stessa, attraverso progetti quali Frammenti, 2007; Tra vecchie signore, 2004; L’Arsenale, 2005; Appunti, 2006-2007; Casanova. La mia spaventosa prigione, 2006; Ritratti, 2005-2008; Il volo del leone, 2008; Cercando la luna, 2015; Casa di campagna 2016-2017; Mulaz, 2017; Risvegli, 2016-2019.
Nel 2020 produce Covid19-Venezia 2020
Curatela e Insegnamento
Nel 2006 cura il progetto Which Venice/Quale Venezia per l’Associazione Culturale Aurora Street, con la commissione scientifica di Roberta Valtorta e Mara Campana, e, nel 2008, l’esposizione conclusiva dei lavori prodotti presso la sede della Galleria Bevilacqua La Masa in Piazza San Marco, catalogo Aurora Street edizioni.
Dal 1998 al 2005 insegna Fotografia ai corsi di laurea di Disegno Industriale e Comunicazione della Facoltà di Architettura di Milano.
Dal 2009 al 2012 collabora con il Comune di Venezia realizzando workshop di fotografia.